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studi
e ricerche
DISTRETTO
TURISTICO ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI
di Giuseppe Fedele
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la nostra materia prima
Questo sunto
vuole essere, solo ed esclusivamente, un’analisi che porti alla
riflessione e alla sensibilizzazione su tematiche che possono rappresentare il
volano di un nuovo e duraturo sviluppo economico del territorio, attraverso
l’integrazione dell’agricoltura, dell’artigianato e del terziario con il
turismo.
Il filo conduttore di
tutto il lavoro è l’idea del distretto turistico sulla falsariga del distretto
industriale, che passi per una pianificazione strategica a rete che valorizzi le
risorse del milieu locale attraverso la creatività e la voglia di fare degli
attori tutti del territorio (istituzioni, aziende, cittadini). Per distretto
turistico intendo non solo una comunità con un sistema di valori, non solo
peculiarità storico-naturalistiche di un territorio, non solo quell’
”atmosfera” favorevole alla cooperazione e allo sviluppo, ma anche, il
risultato di un processo di interazione dinamico fra la comunità locale e il
visitatore, direi quasi una simbiosi che porti a reciproca soddisfazione.
Nella mia idea, il
distretto turistico Altosalento-Riviera dei Trulli non è da intendersi con
confini ben definiti e delineati dagli ambiti territoriali dei comuni, ma i
confini sono aperti e non delimitati, il distretto è un territorio a geografia
variabile. Solo per una maggiore precisione e chiarezza ( per esempio per
elencare dati e statistiche), nel presente lavoro identifico il distretto base
con cinque comuni specifici che formano il Consorzio fra Comuni e il Gal Alto
Salento, è il nucleo centrale che deve omogeneizzarsi al suo interno e
aggregare altri comuni.
|
POPOLAZIONE AL 31.12.04 |
SUPERFICE TERRITORIALE IN KMQ |
ALTITUDINE DELLA LOCALITA’ |
ALTITUDINE TERRITORIO COMUNALE |
altimetria del Territorio |
CAROVIGNO |
15.514 |
105,37 |
161 |
0-172 |
pianura-collina |
CEGLIE M. |
20.732 |
130,33 |
310 |
133-382 |
collina
|
OSTUNI |
32.819
|
223,77 |
229 |
0-380 |
pianura-collina |
S.
MICHELE |
6.242 |
26,15 |
153 |
123-174 |
pianura |
S.
VITO |
19.807 |
66,36 |
110 |
57-146 |
pianura |
ALTOSALENTO |
95.114 |
551,98 |
|
0-382 |
|
fonte Istat rielaborata
LA
NOSTRA MATERIA PRIMA
Non
Vi annoierò con un’arida elencazione di monumenti, luoghi, date storiche da
manuale di storia locale, né tanto meno foto, slogan e accattivanti aggettivi da
brochure turistica.
Si tratta di un’analisi delle risorse turistiche per definire la pianificazione
strategica del territorio, definendo gli obiettivi e la mission della
destinazione.
Le risorse principali, quelle per le quali
il turista si muove, sono rappresentate dall’azzurro del nostro mare e dal verde
e bianco dell’entroterra. Azzurro
(mare e cielo), verde
(uliveti, boschi di macchia mediterranea e querce secolari), bianco (centri storici, trulli e
architettura rurale), sono i colori che identificano il territorio.
Le coste della riviera dei trulli iniziano con la
baia di Torre Canne (comune di Fasano) e si snodano per 40 km, con lunghe
spiagge e dune coperte di macchia mediterranea alternate a insenature sabbiose,
e tratti di basse scogliere che si specchiano in un mare cristallino. A chiudere
la Riviera dei Trulli è Torre Guaceto (comune di Carovigno) un’area marina
protetta, riserva naturale dello stato. Simbolo di Torre Guaceto è la torre
aragonese del XVI sec. costruita, come altre sulla costa a distanza di alcuni
chilometri, a difesa dalle incursioni dei pirati saraceni. La torre è ancora
oggi una vigile sentinella, a difesa dai “nuovi pirati” che a più riprese,
hanno tentato di trasformare, una zona d’incomparabile bellezza, riconosciuta
già dal 1971 secondo la convenzione di Ramsar zona umida d’importanza
internazionale, in un agglomerato ‘turistico’… Il centro visite dell’oasi di
Torre Guaceto è localizzato a tre chilometri dalla costa a Serranova, borgata
agricola che si raggiunge attraversando un vero e proprio bosco di ulivi
secolari dalle forme particolari scolpite dal tempo.
Gli uliveti capillarmente diffusi dalla collina alla costa, contraddistinguono
in modo predominante il paesaggio del territorio; si parla da tempo di una loro
maggiore tutela con l’istituzione di un parco agrario (sono frequenti i casi di
espianto, per ripiantarli in ville e giardini di altre zone d’Europa, mi è
capitato di vedere addirittura alberi d’ulivo in rotonde stradali di città del
Nord). Per l’olio già dal 1996 è stata riconosciuta la denominazione di origine
protetta DOP Collina di Brindisi che interessa tutti i cinque comuni del
consorzio Alto Salento e i comuni di Cisternino, Fasano e Villa Castelli (che
sono anche loro geograficamente e culturalmente Altosalento).
Nell’Altosalento ci sono maestosi esemplari di querce e boschi concentrati in
particolare nei comuni collinari di Ceglie (500 ettari e bella area pic nic in
località Pineta Ulmo) e Ostuni (330 ettari); da segnalare la diffusa presenza
del fragno, una particolare quercia che si riscontra in Italia solo nella Murgia
meridionale.
Il bianco punteggia le nostre campagne con l’architettura rurale di cui il
trullo rappresenta il simbolo. I centri storici collinari dell’Altosalento (Ceglie,
Ostuni, Carovigno e Cisternino) si caratterizzano per i vicoli di chianche, gli
archi in pietra viva, il susseguirsi di corti e piazzette; il tutto avvolto nel
candore del bianco delle case imbiancate a calce. Quel bianco che ha portato
Ostuni a essere conosciuta in tutto il mondo come la ‘città bianca’, e Ceglie ad
essere apprezzata per il suo centro storico ancora autentico, non del tutto
aggredito da un turismo di massa che snatura l’identità di fondo di un luogo.
Le risorse di supporto sono quelle che
completano le risorse principali, sono un approfondimento delle principali in
alcuni casi, o completamente diverse in altri. Penso alle origini delle nostre
città, che si perdono nella notte dei tempi (le notizie storiche certe su Ceglie,
erede della civiltà messapica di cui rappresentò la capitale militare,
risalgono a tredici secoli a.C. ), o penso al territorio abitato già in epoca
preistorica come testimoniano i numerosi ritrovamenti risalenti al Paleolitico,
in particolare la “grotta della maternità” a Ostuni in cui nel 1991 fu ritrovata la
sepoltura di una donna con il suo feto, risalente a oltre 25000 anni fa.
La gastronomia, è un elemento forte di richiamo turistico e trova in Ceglie
il centro più importante. La cucina dell’Altosalento è casereccia e genuina, nel
tempo non ha subito sostanziali alterazioni, le ricette sono state tramandate
di generazione in generazione, fino ai giorni nostri. E’ una cucina popolare,
allergica alla moda e alla fretta, le cui caratteristiche sono ben lontane da
quelle dei fast food e della globalizzazione alimentare. La nostra cucina è
legata profondamente ai prodotti della terra, e segue il ritmo delle stagioni; è
estremamente varia per le influenze che l’Altosalento ha ricevuto nel corso
della sua lunga storia: messapi, greci, romani, normanni, arabi, saraceni,
francesi, spagnoli si sono succeduti nei secoli. Le ‘frise’ hanno origine
greche, gli ‘gnummarieddi’ sono romani, il ragù è normanno, la ‘cupeta’ ed i
‘fichi secchi’ sono di origine araba.
E’ evidente da quanto succintamente
descritto che materia prima, ce né tanta, ma bisogna sceglierla, combinarla e
utilizzarla al momento giusto. Occorre trasformare la materia prima, la risorsa
turistica, in una destinazione turistica. Per destinazione turistica s’intende
un territorio che proponga un’offerta turistica per la quale vale la pena
spostarsi, effettuare il viaggio per raggiungerla, soggiornarci per vivere una
esperienza nuova e appagante. L’offerta turistica non è costituita solamente da
risorse naturali, storiche, culturali, artistiche; non è solamente quell’insieme
di attività che producono beni e servizi per soddisfare i bisogni dei turisti;
ma è anche un mix di fattori intangibili quali la cultura dell’accoglienza e un
sistema ospitale. Il cliente deve sentirsi a suo agio non solo nelle strutture
ricettive ma nel territorio tutto, e questo è possibile solo se il territorio è
‘ospitale’, se la gente del posto è essa stessa una risorsa. L’accoglienza
insieme all’attrattività della risorsa e all’accessibilità della stessa, è la
terza leva su cui si basa il turismo.