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DISTRETTO TURISTICO ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI di Giuseppe Fedele

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il nostro nuovo prodotto

Nel comprensorio, si è consolidato un tipo di sviluppo turistico marcatamente estivo-balneare, questo tipo di sviluppo evidenzia forti limiti, quali la stagionalità, il sovraffollamento, gli interventi speculativi fatti passare come iniziative turistiche. 

Il nostro nuovo prodotto turistico è dato dal patrimonio unico e distintivo ereditato dal passato, assolutamente non alternativo al modello sole-mare ma complementare e a questo intimamente connesso.  Ci sono una varietà d’ingredienti per realizzare un mix  di diversi turismi fruibili in tutto l’arco dell’anno. Il nostro “distretto” può offrire un turismo balneare, un turismo rurale, un turismo culturale e un turismo enogastronomico; i vari turismi s’innestano e si confondono fra loro dando origine ad un prodotto turistico unico sul mercato, componibile con modalità diverse per rispondere in maniera personalizzata, e non standardizzata,  ai desideri e alle aspettative dei nostri ospiti.

Il turismo presuppone un incontro di un individuo con il territorio,  non solo con le sue attrattive monumentali e paesaggistiche ma anche   con le sue componenti umane e sociali; occorre comunicare la nostra storia e la nostra cultura.  E’ il nostro milieu, vale a dire l’insieme dei caratteri sociali, economici e culturali sedimentatisi nel nostro contesto locale nel corso della storia,  unitamente al territorio, che va  “confezionato”. Il nostro territorio va coniugato con l’economia, ma nel contempo va salvaguardato,   in una parola il territorio  va  “ottimizzato”.  La presenza e l’attività costante dei contadini, ieri come oggi, rendono possibile la manutenzione e protezione dell’ambiente rurale e la conservazione dei manufatti.

Numero di abitazioni - Censimento 2001 Istat

COMUNI E LOCALITÀ ABITATE
dell’ALTOSALENTO

Altitudine

Abitazioni

CAROVIGNO 

0/172

11.742

CAROVIGNO 

161

6.349

Torre Santa Sabina*

3

1.461

Specchiolla*

7

1.419

Pantanagianni*

16

169

Serranova

45

18

Case Sparse

-

2.326

CEGLIE MESSAPICA

133/382

15.152

CEGLIE MESSAPICA 

310

10.762

Case Sparse

-

4.390

OSTUNI

0/380

33.795

OSTUNI 

224

13.176

Rosa Marina*

14

2.402

Villanova*

2

1.375

Monticelli*

5

163

Costa Merlata*

7

62

Diana Marina*

3

23

Case Sparse

-

16594

SAN MICHELE SALENTINO

123/174

3.419

SAN MICHELE SALENTINO 

153

2.708

Case Sparse

-

711

SAN VITO DEI NORMANNI

57/146

9.570

SAN VITO DEI NORMANNI 

108

7.619

Case Sparse

-

1.951

Totale ALTOSALENTO

0/382

73.678

Sono indicati in grassetto i territori comunali; le località con asterisco sono località balneari.

Come si evince dalla tabella Istat, sono un gran numero le costruzioni in campagna (case sparse), abitate fino agli anni 50 quasi tutto l’anno dai nostri contadini che avevano in paese solo una piccola casa che utilizzavano saltuariamente, in genere nei mesi più freddi dell’inverno.

Ancora oggi le nostre campagne si popolano  in estate per trascorrere la ‘villeggiatura’; sono in molti a possedere  un terreno  con il trullo o la “lamia” (tipica abitazione con la volta a stella). La ‘villeggiatura’ nasceva come esigenza per gli artigiani del paese di trasferirsi in campagna per sfuggire al caldo estivo e rinfrancarsi dopo un anno di lavoro (pensate nel trullo l’aria è ‘naturalmente condizionata’, la struttura in pietra con i muri larghi oltre un metro creano un ambiente fresco d’estate e caldo d’inverno). Questa nostra moda ha contagiato connazionali e stranieri, oggi si evidenzia una richiesta d’abitazioni rurali soprattutto dai mercati esteri (inglese in particolare).

Sulla costa di Ostuni e Carovigno  ci sono oltre 7000 abitazioni (dati censimento 2001), in pratica tutte seconde case,  molte affittate ai turisti in estate eludendo ogni controllo statistico e, non solo. Quello che disorienta e intristisce sono le centinaia di ville sorte dentro le dune sventrate e coperte di ginepri, oppure sui bordi delle tante calette; sono inutilizzate per molti mesi l’anno, tanto da assomigliare in inverno a villaggi fantasma. Nell’area altosalentina, quest’enorme patrimonio immobiliare andrebbe riorganizzato con nuove forme integrate di ricettività destagionalizzata che prevedono la fornitura di servizi di tipo alberghiero. Occorre, confezionare pacchetti turistici adeguati, a mercati turistici particolari. I turisti dell’Europa settentrionale,  sono alla ricerca del sole invernale per fuggire dai freddi inverni delle loro latitudini. Sono stati gli inglesi  a scoprire,  nell’ottocento,  la Costa Azzurra prima e la Riviera Ligure poi,  come luoghi dove andare a “svernare”. 

Come ogni prodotto, ancor più il prodotto turistico, deve confrontarsi costantemente con il mercato. Il mercato turistico  tende a spostarsi dalle quattro S (sun, sea, sand and sex) alle tre L (landscape, leisure and learning). Paesaggio, divertimento e apprendimento (cultura) sono le nuove richieste del mercato, in complementarietà fra loro.  Paesaggio, quindi territorio da “tutelare”, che significa, anche,  restituire vitalità al patrimonio architettonico con un recupero e riuso degli immobili, riconvertendo le maestranze edili per il restauro e la manutenzione di antichi manufatti in pietra, con tecniche e metodologie appropriate a  basso impatto ambientale. Il prodotto turistico ha  una forte connotazione d’ immaterialità: l’utilizzo delle risorse insieme ai servizi e alle strutture crea il prodotto turistico che porta alla proposta di un’ offerta turistica (completando il prodotto con il prezzo, la distribuzione e la comunicazione). L’offerta turistica altosalentina deve comunicare un’immagine qualificata da un marchio che identifichi risorse, servizi e prodotti che rispondano a determinati requisiti di qualità, una  certificazione di cui dovrebbero fregiarsi, tendenzialmente, tutte le strutture e aziende altosalentine opportunamente informate e sollecitate dai pionieri del distretto. Intendo una funzionalità di sistema che presuppone una  filiera produttiva e un sistema reticolare, una complementarietà e una progettualità unica.

Le singole cittadine devono assumere, in sinergia e complementarietà,  un ruolo specifico,  che deve essere concordato e riconosciuto da tutti gli attori del distretto, ogni comune deve incoraggiare una sua specificità turistica-economica per offrire,  il comprensorio, un’offerta variegata; il turista, infatti, non è monotematico ma ha più interessi ed esigenze da soddisfare.

La città bianca, Ostuni,  deve riconoscersi con il suo  centro storico, il mare, e la cavalcata di Sant’Oronzo, sono queste le sue specificità. 

Punti cardine di Carovigno sono  il mare, in particolare l’oasi di Torre Guaceto e la tradizione della Nzegna,  bandiera a scacchi multicolore sventolata in acrobatiche esibizioni dagli sbandieratori.

San Vito ha dato i natali a uomini illustri come Leonardo Leo (nato nel 1694), compositore di fama europea e Lanza del Vasto filosofo, scrittore, poeta, pittore, scultore e musicista ma conosciuto per essere una delle figure più grandi della nonviolenza, discepolo di Ghandi e fondatore delle comunità dell’Arca.  Manifestazioni come il  “Barocco Festival” in onore di Leonardo Leo,  il festival internazionale del cortometraggio Salento Finibus Terrae ed un grande evento sulla pace e sulla figura di Lanza del Vasto possono divenire richiami internazionali se... opportunamente valorizzate e pubblicizzate presso un pubblico interessato. Con queste tre manifestazioni di punta,  San Vito  in un prossimo futuro potrebbe definirsi  “la città degli eventi”.

San Michele è un paese agricolo e può diventare punto di riferimento delle sagre agricole, orientate alla valorizzazione e commercializzazione delle produzioni agro-alimentari altosalentine (si tiene già la sagra del fico mandorlato).

Ceglie in un articolo titolato ‘Ceglie, la capitale del gusto’ del 08.10.2004 apparso su ‘Repubblica’, così veniva descritta: “in questa terra di confine tra Valle d’Itria e Salento, regno dei Messapi che Roma sfiancò dopo mille battaglie, Gustolandia affonda le radici antiche”. Ceglie Messapica “Città d’arte Terra di gastronomia” è questo, dunque, il suo binomio vincente: coniugare la variegata offerta gastronomica (osterie, ristoranti, forni a legna, gelaterie e pasticcerie artigianali), con l’offerta culturale incentrata sulla sua storia millenaria,  su un centro storico messapico-medievale, ancora autentico, e il borgo ottocentesco di cornice al primo con fulcro in piazza Plebiscito.

Il territorio altosalentino deve, quindi, caratterizzarsi per un’offerta sistematica e integrata,  da presentare ai potenziali clienti; ma chi è il nostro cliente? a questa domanda cercherò di rispondere nella prossima e ultima puntata.

    


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