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ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI  benvenuti in Puglia

SAN VITO DEI NORMANNI           un  po'  di storia 

Il rinvenimento di reperti archeologici, tra le contrade Castello e Paretone, risalenti all'età del ferro, e di un insediamento messapico (VIII sec. a.C.) fanno pensare che San Vito fosse abitata in epoche molte antiche.

Probabilmente sulla collina  denominata Castello alla periferia sud/est della città  sorgeva, non una vera e propria città messapica  ma, verosimilmente,  un villaggio e un avamposto messapico di avvistamento/segnalazione. Infatti, da quel luogo, ancora oggi sono ben visibili le città della "dodecapoli messapica" di Oria  e Ceglie, rispettivamente capitale amministrativa e militare, della federazione delle dodici città-stato messapiche.

Nel territorio di San Vito sono ancora visibili grotte rupestri abitate tra il VI e il XIII secolo: le più importanti sono le cripte di San Biagio

San Vito venne fondata intorno all'anno 1000 da profughi provenienti dalle coste slave,  profughi che sfuggivano dalle persecuzioni religiose; il suo primo nome fu San Vito degli Schiavoni,  proprio perché queste popolazioni slave venivano chiamate "Schiavoni" provenendo dalla  Slavonia (chiamata anche Schiavonea), regione nord-orientale della Croazia

Venne poi chiamata semplicemente San Vito come pure San Vito in Terra d'Otranto per assumere infine, con Regio Decreto del 13 dicembre 1863, l'attuale denominazione di San Vito dei Normanni.

Il nome della cittadina si rifà al suo passato normanno: Boemondo d’Altavilla, condottiero Normanno figlio di Roberto il Guiscardo e principe di Taranto, veniva spesso a cacciare in queste zone  ricche di boschi e selvaggina.  

Fu Boemonto d'Altavilla a volere l'edificazione di una torre quadrata, cinta da fossati. 

Il primo nucleo delle abitazioni, composto da piccole case con muri in pietra e bolo e copertura di canne ed embrici, sorse in prossimità della piazzetta del Casale da dove si diramavano le stradine, "li Stratoddi", che conducevano verso la torre quadrata normanna.

All'antica  torre, in  epoche diverse, vari feudatari (Sambiasi,  Balzo Orsini, Serra, Dentice di Frasso) aggiunsero e modificarono l'attuale palazzo baronale.

E’ questo il castello di San Vito  che si specchia sulla piazza centrale, che oggi porta il nome di piazza Leonardo Leo, un famoso musicista sanvitese del  Settecento in onore del quale ogni anno si tiene il Barocco Festival, una rassegna di musica antica.

Altro uomo illustre nato a San Vito nel 1901 è Lanza del Vasto,  filosofo conosciuto per essere una delle figure più grandi della nonviolenza, discepolo di Ghandi e fondatore delle comunità dell'Arca oggi diffuse in più di un continente.

Approfondiamo, la cronologia della storia di San Vito dei Normanni dopo Boemondo d'Altavilla.

- Nel XIII sec. il casale appartenne ai baroni di Sambiasi e, tra la fine del XIV e i primi anni del XV sec., al casato dei Del Balzo Orsini. Ai tempi del re Ladislao d'Angiò (1386-1414), il feudo di San Vito fu venduto ad Andrea e Vito de Gragnano, e da questi a Tristano di Chiaromonte, conte di Copertino. Dopo la sconfitta degli Angioini (1442) il casale di San Vito tornò ad appartenere al regio demanio, ma nel 1487 Ferdinando d'Aragona lo diede in feudo al figlio Federico, principe di Altamura, il quale lo vendette a Goffredo Palagano. Nel 1616 i feudi di San Vito e del vicino S. Jacopo furono venduti per 95000 ducati da Ippolita Palagano a Giovanni Antonio Albrizio, principe di Avetrana, che nel 1631 cedette entrambi a Ottavio Serra per 111000 ducati. Nel 1641 il solo feudo di San Vito passò sotto il dominio del marchese Giuseppe Belprato, cui subentrò ben presto il casato dei Caracciolo. Nel 1769, a seguito del matrimonio tra Donna Francesca Caracciolo, principessa di San Vito, e Don Placido, principe di Frasso, il feudo fu acquisito dal casato dei Dentice di Frasso, che vi ottenne il titolo di principato: la signoria della nobile famiglia, i cui discendenti sono tuttora proprietari del castello, proseguì fino all'emanazione della legge del Regno di Napoli 2 agosto 1806 n. 130 che abolì definitivamente la feudalità.

La Base Usaf di San Vito dei Normanni  (la Base Nato) venne aperta nel 1961 a 10 km da San Vito. Fu chiamata così dagli americani per un errore: erano convinti che fosse nel comune di San Vito, invece si trovava nel territorio di Brindisi.
Si notava una grande antenna circolare (che gli americani chiamavano ‘il colosseo’, per le dimensioni e l’aspetto simile all’anfiteatro romano); era il grande orecchio per le intercettazioni su tutta la ex Unione Sovietica.
Molti dei militari americani con le loro famiglie abitavano a San Vito tanto da far apparire la cittadina più americana che italiana: locali pubblici stile americano, lunghe auto americane che sfrecciavano per le strade, scuola-bus americani (come si vedevano nei film) che prelevavano i bambini la mattina per portarli a scuola alla Base e li riportavano a casa al pomeriggio, e anche americani ubriachi e chiassosi che disturbavano i vicini con le loro frequenti feste.
Nel 1999 gli americani hanno lasciato la base e riconsegnata l'area allo Stato Italiano. Oggi una parte dell'ex base USAF di San Vito dei Normanni, ospita  l'UNHRD (United Nations Humanitarian Response Depot) di Brindisi, la Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite.

Guerra fredda - La crisi di Cuba del 1962
Nel 1962 Stati Uniti e Unione Sovietica e il mondo intero furono vicini alla terza guerra mondiale. In Ottobre gli Stati Uniti scoprono le manovre segrete dell’Unione Sovietica per installare missili nucleari a Cuba, capaci di colpire le città americane.
Il 24 e il 25 ottobre 1962 Papa Giovanni XXIII invia un messaggio al Cremlino, alla Casa Bianca e a Cuba oltre a diffonderlo a Radio Vaticana “Noi chiediamo a tutti i governi di non rimanere sordi a questo grido di umanità e di fare tutto quello che è nel loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze”.
Il messaggio del Papa e la diplomazia vaticana attuarono pressioni sul presidente americano John Fitzgerald Kennedy e sul capo del Cremlino Nikita Chruščёv. L’Unione Sovietica, i giorni successivi il 26 e il 27 Ottobre 1962, propose agli Stati Uniti che avrebbe ritirato i missili da Cuba con la garanzia che gli Usa non avrebbero invaso l’isola e che avrebbero smantellato le testate atomiche americane in Turchia e in Italia a SAN VITO DEI NORMANNI.
Grazie all’intervento del Papa Giovanni XXIII (da tutti gli storici internazionali riconosciuto) si evitò una guerra nucleare della quale la nostra terra altosalentina sarebbe stata il primo obiettivo.


Approfondimenti: Letteratura di viaggio del XIX secolo


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