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CAROVIGNO il Santuario Madonna del Belvedere
A 3 Km da Carovigno il santuario di Belvedere sorge in bella vista del mare a 100 m di altitudine, il posto tranquillo e rilassante induce alla riflessione e alla meditazione.
L'attuale chiesa del 1500 e' stata costruita su una grotta a cui si accede per una lunga scalinata, in fondo alla grotta una immagine della Madonna: la Madonna del Belvedere.
Si ritiene che la Grotta del Belvedere, come tante altre chiese-cripte del Salento, sia stata utilizzata dai monaci Basiliani, costretti a fuggire dal Medio Oriente per le persecuzioni dell'imperatore Leone III° l'Isaurico.
Si raccontano varie storie sulla sacralità del posto, di certo il luogo di culto è meta di pellegrini da Carovigno e dai paesi vicini, un culto che si manifesta, anche, con una particolarità unica.
Per onorare la Madonna del Belvedere a Carovigno il lunedì, il martedì e il sabato dopo Pasqua si "batte" la Nzegna: un acrobatico e spettacolare gioco di bandiere che simboleggia lo sventolio del fazzoletto colorato che un giovane pastore sventolava per la gioia della visione di una giovenca inginocchiata di fronte all'immagine della Madonna (vedi racconto).
Il lunedì di Pasquetta una processione di fedeli parte dal paese e raggiunge il Santuario, per prendere il quadro che raffigura la Vergine e portarlo all’interno della Chiesa Matrice del paese. Il quadro, durante le giornate di lunedì e martedì, segue la processione per le vie del paese. Il sabato successivo alla Pasqua, sempre in processione il quadro viene riportato presso il Santuario di Belvedere dove avviene, per l’ultima volta, la battitura della Nzegna, che chiuderà i festeggiamenti in onore della Vergine legati alle festività pasquali.
Gli sbandieratori sfilano ed eseguono le loro esibizioni accompagnati dal rullo dei tamburi e dal suono delle chiarine, ed indossano dei costumi storici di colore rosso e blu.
Carovigno viene chiamata "la città della Nzegna" a sottolineare, oltre alla grande devozione alla Madonna, la bravura dei suoi sbandieratori riconosciuti fra i migliori d'Italia e testimoni della più antica tradizione italiana del gioco della bandiera.
MARIA
SANTISSIMA DI BELVEDERE E BATTITURA DELLA NZEGNA
di Michele Cretì
"La 'Nzegna è un'antica tradizione pervenuta sino ai nostri giorni e che si
ripete in occasione della Santa Pasqua.
Le origini di questo "gioco", nella nostra città sono piuttosto remote e si
innestano nella cospicua eredità di fede ed arte, lasciataci in retaggio dal
periodo monastico.
Esse sono legate al culto di Santa Maria di Belvedere ed al ritrovamento
dell'immagine della Madre di Dio in una Cripta di natura basiliana che sorge sul
colle di Belvedere .
Si vuole che il gioco della 'NZEGNA', gioco di bandiere, rispecchi la gioia di
colui il quale scoprì, nella grotta di Belvedere, un'icona dedicata alla Vergine
Santa.
Narrano le cronache locali che la Madre di Dio sia apparsa in sogno ad un
cittadino di Conversano infermo, invitandolo a riportare al culto la Sua effige
sepolta, in una cripta dell'agro di Carovigno, dall'oblio del tempo.
Il rinvenimento fu casuale e lo si deve, secondo alcuni, ad una mucca che si era
allontanata da un pascolo facendo perdere le proprie tracce. L'animale fu
rinvenuto dal pastore che prestava la propria opera presso il Signor di
Conversano, e la rinvenne genuflessa davanti all'immagine della Vergine.
Il pastore, commosso e turbato dal fatto insolito, e nello stesso tempo allegro
per aver fatto il duplice scoprimento, uscendo dalla grotta, trasse dalle tasche
dei tipici pantaloni contadini, il fazzoletto multicolore, lo legò al suo
bastone, lanciandolo in alto, e suonando il suo piffero, cercò di richiamare
l'attenzione del padrone e delle genti vicine. Tutto questo, sventolando sempre
il fazzoletto e con il suono del piffero e salti a tempo di danza continuava a
manifestare la sua immensa gioia. Il frastuono insolito raggiunse il signore di
Conversano, il quale raggiunta la cripta, riconobbe nella effige la Nobile
Signora che gli era apparsa in sogno e dalla quale fu istantaneamente guarito.
Il rito della 'Negna è giunto sino a noi per volontà di una famiglia che ne è
gelosa custode e che perpetua nel tempo il maneggio della bandiera. Da tempo i
battitori della 'Nzegna sono gli appartenenti della famiglia Carlucci. Il rito
si ripete nel lunedì e martedì di Pasqua durante la processione dedicata a Maria
SS. Di Belvedere ed è compiuto in luoghi determinati a ricordo, si dice appunto,
della gioia espressa dal pastore che ritrovò la mucca smarrita.
Altri vogliono che il gioco della 'Nzegna ricordi la danza effettuata con
bandiera e musica dal giullare che divertiva l'infermo Signore di Conversano,
durante il viaggio che fece per raggiungere la cripta di Belvedere, allorché
questi fu guarito miracolosamente dalla Madre di Dio.
Le due leggende, comunque, si fondono e diventano una sola nel significato,
mentre rimangono in due i battitori, a testimonianza della gioia che in quel
giorno provò tanto il pastore che ritrovò la sua mucca, quanto il giullare che
esaltò danzando il miracolo ricevuto dal suo padrone infermo.
La data dello scoprimento della immagine della Madonna si aggira fra il 1400 ed
il 1500, e secondo altri addirittura nel 1100. Però la diffusione della
leggenda, come sottofondo storico, ha creato una versione mistica e
superficiale.
Spiegare e confermare storicamente la complessa tradizione carovignese è un
enigma che rimarrà, almeno per il momento, in sospeso. La mancanza di documenti
e di attestati rendono l'enigma complesso ed inspiegabile, e nello stesso tempo
affascina e stuzzica la mente del ricercatore e dello studioso per giungere ad
una verità. Queste le osservazioni del tempo. Oggi si può aggiungere qualcosa di
più a giustificare quanto innanzi si è detto.
Infatti scaturiscono molte domande tendenti a giustificare il perché
dell'avvenimento tanto importante. Perché la 'Nzegna il lunedì di Pasqua ? E
perché il martedì ? E perché il sabato dopo pasqua a Belvedere ? Le altre
domande sono. Perché il lunedì il gioco della 'Nzegna viene svolto al Largo
Calvario ? Perché il martedì, al centro, in piazza Municipio ? E perché al
sabato sul piazzale antistante il Santuario di Maria SS. di Belvedere ?
Già nel lontano 1844 il nostro concittadino Onorevole Salvatore Morelli dedicò
un suo scritto"Sul Romitorio di Belvedere" per descrivere sia il luogo e sia le
festività pasquali a Carovigno. Per gli stessi festeggiamenti furono scritti
molti canti da concittadino Pasquale Brandi Lotti ed Alessandro Massimo Cavallo.
Come è anche necessario sapere il perché della presenza della mucca alla
processione. Oltre a ricordare la giovenca che fu ritrovata genuflessa nella
grotta davanti all'immagine sacra di Maria SS. di Belvedere, ricorda il
banchetto che veniva offerto ai poveri il martedì, dopo i festeggiamenti, in
piazza. Ai poveri locali ed a quelli giunti dai paesi vicini, il pranzo era
servito dal clero, dalle autorità cittadine e dal cittadino che aveva fatto voto
di comprare la giovenca per darla in pasto ai convenuti. Oltre alla carne
venivano serviti i cibi tradizionali. Focacce di farina di grano, cotte al
forno, ripiene di cipolla, olive nere e pomodoro ; frittata di uova ed asparagi
selvatici. Come dolce non mancava la tradizionale "Piddica" (ciambella fatta con
farina, olio e con, al centro, l'uovo ; il tutto cotto al forno). Era una gran
festa ed il rito del martedì si concludeva nel pomeriggio con la solenne
processione del quadro della Madonna di Belvedere riportato in Cattedrale ed al
sabato alla sua fissa dimora, il Santuario di Belvedere. La pasquetta del popolo
di Carovigno si identifica, dunque, con la scampagnata al Santuario di
Belvedere, il sabato dopo Pasqua e in alcune occasioni coincide con la Pasqua
Ortodossa . Ciò potrebbe giustificare anche la presenza della comunità Greca,
presente sul territorio fino, all'avvento della Chiesa Latina.
Di buon mattino le donne, i bambini, le giovinette e gli uomini si recano a
piedi al Santuario di Belvedere, pregando e invocando grazie e pace. Giungono
anche dai paesi limitrofi per assistere alle funzioni religiose e visitare la
grotta dove viene onorata l'immagine di Maria SS. Madre di Dio, detta Madonna di
Belvedere. Intanto la folla si accalca sempre più e tutti attendono il
mezzogiorno e la processione per assistere, per l'ultima volta nell'anno alla
rievocazione della 'Nzegna. E' l'ultimo atto di omaggio alla Madre di Dio e i
battitori, i cugini Carlucci, al suono del piffero, del tamburo, del cembalo e
della grancassa, eseguono i rituali movimenti del maneggio delle bandiere,
riscuotendo sempre più gli osanna della popolazione assiepata davanti alla
cappella della Beata Maria SS. di Belvedere. Subito dopo la fine dell'esecuzione
della 'Nzegna, ricevuta la sacra benedizione, il popolo si riversa nelle
campagne vicine e nell'adiacente pineta, a consumare il pasto già preparato il
giorno precedente.
Intanto sotto gli alberi degli ulivi non mancano le Bancarelle che cuociono
sulla brace ardente, il capretto locale, gli "gnummarieddi"(involtini di fegato,
carne, prezzemolo, formaggio pecorino ed altro), il tutto accompagnato dal rosso
vino di Carovigno. Praticamente un insieme di festa religiosa, campestre e di
pace e fratellanza. Dopo, al tramonto, un'altra visita all'immagine della
Madonna. La facevano da padrone i classici traini addobbati per l'occasione con
nastri multicolori e sui finimenti dei cavalli risuonavano numerosi campanelli
di diverse tonalità.
A questo punto è doveroso fare un'altra considerazione per allacciarci a quanto
detto in precedenza, e capire, dal lato scientifico, cosa realmente sia
accaduto.
Lo studio della bandiera, o meglio i disegni della bandiera tradizionale della 'Nzegna,
ci portano a dire che, nel momento in cui la Chiesa Latina ebbe il sopravvento
sulla Chiesa Greca si verificò un incontro per i rituali convenevoli e per il
saluto di commiato, dovendo la Chiesa Greca abbandonare il territorio.
Di conseguenza si sa che il lunedì mattina dopo la Pasqua i fedeli si recarono a
Belvedere per prelevare l'immagine della madonna, un quadro antichissimo, ed a
piedi, in processione, vennero a Carovigno per poi, in pompa magna, arrivare al
largo Calvario per l'esecuzione della tradizionale 'Nzegna. Qui era ad attendere
anche la delegazione della Chiesa Greca, per un primo incontro e saluto. Il
martedì la comunità latina invitò, in forma solenne la comunità Greca ed al
cospetto dell'immagine di Maria SS. di Belvedere, nei pressi della Casa
Comunale, si ebbe l'altro incontro di saluto fra le due Chiese ed ancora
l'esecuzione della 'Nzegna. E si giunse al sabato dopo la Pasqua, per celebrare
la pasquetta e di conseguenza il pellegrinaggio al Santuario di Belvedere, sede
della Chiesa Greca, e qui l'ultimo saluto alla comunità greca e l'ultima
esibizione dei battitori della 'Nzegna.
La tradizione non è stata mai interrotta e nemmeno a memoria d'uomo si ricorda
una interruzione e da tempo si tramanda di padre in figlio.
A nostro avviso questa è l'unica manifestazione del maneggio della bandiera
legata al culto religioso."
* Michele Cretì ( n.1934 m.2012) studioso di storia e tradizioni locali, negli anni 60 incominciò a sviluppare l’idea di valorizzare e divulgare l’antica tradizione della Battitura della ‘Nzegna, dando vita al “Gruppo Battitori ‘Nzegna” . E' stato Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Carovigno dalla sua costituzione fino al 1998, Socio Fondatore della Federazione Italiana Sbandieratori, Socio della Federazione Italiana delle Tradizioni Popolari.
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