STUDI E RICERCHE
DISTRETTO TURISTICO ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI
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Turismo culturale nell'Altosalento
Il turismo culturale dell’Altosalento è vario e articolato, dai “gioielli di famiglia” come i centri storici, i castelli, le chiese cattedrali, i resti della civiltà messapica, ai piccoli gioielli spesso dimenticati dagli stessi cittadini, ma che colpiscono il turista per la loro semplicità.
5.2.1 Le cappelle campestri, le chiesette rurali, le chiese cripte
Le cappelle campestri diffuse nelle campagne sono, in genere, a pianta quadrata sormontate, da volta a botte e copertura a due falde inclinate, il tutto in pietra calcarea locale. Il colore dominante all’esterno, è il bianco del latte di calce, come per i trulli e i centri storici, all’interno le pareti sono affrescate. L’elemento d’arredo originario è costituito da una spessa lastra compatta in pietra, sorretta da mensole incastrate nella muratura, lo spazio interno e di non più di due metri quadrati. Le cappelle sono poste sulle strade ed erano per il viandante un breve raccoglimento in preghiera o semplicemente, il riparo temporaneo da improvvise intemperie per i nostri contadini che a piedi, in bicicletta o con il carretto si spostavano fra la campagna e il paese.
Le chiesette rurali erano dei punti di raccolta per la preghiera, al tramonto e il giorno di festa ci si ritrovava per le funzioni religiose. Le chiesette più antiche si trovano annesse ai complessi masserizi, ma quasi ogni contrada ha la sua chiesetta antica o anche costruita recentemente con i fondi raccolti fra contadini e villeggianti. Numerose nella stagione estiva sono le feste di campagna in onore del santo venerato nella chiesa della contrada, una semplice e singolare processione per le stradine di campagna, musica popolare e giochi e gare tradizionali come la “cuccagna”.
Le chiese cripte sono in genere cripte basiliane che hanno avuto origine in maniera diffusa dal IX al XII sec. Le più importanti sono: il complesso rupestre di San Biagio a San Vito e la cripta del santuario Madonna del Belvedere di cui ho già parlato.
Fra le altre chiese cripte, con affreschi basiliani, la grotta della Madonna della Grotta, sovrastata da una chiesetta del 300 con campanile a vela e, la grotta di San Michele con gigantesche colonne stalagmitiche, ambedue sono in territorio di Ceglie. In totale nell’Altosalento sono ben 14 gli insediamenti rupestri.
5.2.2 L’Arte nelle città
Il visitatore interessato troverà nelle nostre città beni culturali da incuriosirlo e invogliarlo a ricercare dettagli e notizie sulle bellezze architettoniche.
In tutto l’Altosalento, nei soli centri urbani, ci sono oltre 50 chiese con affreschi e tele, altari semplici o in stile barocco, antiche statue lignee o in cartapesta o in pietra o anche d’argento. Alcune hanno un aspetto mastodontico come la Cattedrale di Ostuni o la Basilica di San Vito dei Normanni . Altre richiamano alla mente monumenti famosi come la chiesa di San Gioacchino a Ceglie con la grande cupola che ricopre tutto l’edificio da far ricordare il Pantheon. Altre conservano attigui chiostri come la chiesa di San Francesco a Ostuni, la chiesa di San Domenico a Ceglie, le chiese di San Domenico e la chiesa Santa Maria delle Grazie a San Vito. Altre ancora hanno particolarità tutte proprie come la chiesa dei Passionisti a Ceglie che conserva nella cripta semicircolare il corpo della Santa Martire Aurelia.
Nei centri storici la scoperta è in ogni angolo, in ogni vicolo; case bianche intorno ai castelli, e sontuosi palazzi gentilizi con ampi portali sovrastati dagli stemmi di famiglia.
Un particolare caratterizza il piccolo nucleo più antico di San Vito dei Normanni chiamato “stradodde”: le case sono chiamate “a cannizzo” per la loro copertura che consiste in un tetto formato da canne (da qui il termine cannizzo), a sua volta coperto da tegole di cotto dette “irmici”.
5.2.3 Le istituzioni culturali - musei e dintorni
Il museo più importante è il museo delle Civiltà Preclassiche nel centro storico di Ostuni con il calco di Delia, la madre più antica del mondo; collegato è il parco archeologico e naturale di Santa Maria D’Agnano dove Delia venne ritrovata nel 1991.
A Ceglie vi è il centro di documentazione messapico un piccolo museo con una piccola parte di materiale archeologico rinvenuto in loco. Nel borgo antico, la Pinacoteca Emilio Notte una galleria d’arte moderna, dove si possono ammirare opere del pittore futurista Emilio Notte che nel 1976 ne fece dono alla sua città natale.
A San Vito si può visitare il museo della civiltà rurale e il museo dell’olio d’oliva, per capire e vivere il territorio. A Serranova centro visite per l’oasi di Torre Guaceto. Ottocentesco teatro comunale a Ceglie con, alcuni anni, ricco calendario.
5.2.4 La nostra terra, bella fuori e bella dentro
La vasta campagna è un unicum, una sorta di parco spontaneo ricco di querce e olivi secolari, architettura rurale, un reticolo di muretti a secco e terrazzamenti lungo i declivi.
La nostra terra è un terreno calcareo pertanto, bellezze speleologiche giacciono, per lo più inesplorate, sotto bancate calcaree riferibili al cretaceo. Le grotte più conosciute sono le Grotte di Montevicoli a un chilometro a sud ovest di Ceglie sulla omonima collina. Queste grotte sono state definite un vero e proprio salotto in fatto di speleologia, la parte visitabile comprende una grande sala ricca di stalattiti e stalagmiti e colonnati di dimensioni anche notevoli che sembrano reggere una volta tappezzata di concrezioni cristalline con drappeggi calcitici di colore alabastrino-latteo.
Tutta la zona può ben considerarsi per gli studiosi e amanti della speleologia un vero e proprio paradiso speleologico. Sono almeno 70 le grotte scoperte ma solo per una piccola parte esplorate, si ritiene che molte siano fra loro collegate in profondità da creare uno dei più ricchi e svariati complessi speleologici, forse più interessanti delle vicine grotte di Castellana.
Nella pianura, solchi di origine erosiva, le lame, costituiscono l’antico segno del deflusso delle acque superficiali a regime torrentizio che nel corso delle ere geologiche hanno inciso la superfice calcarea. Oggi l’idrografia superficiale è assente, il sottosuolo invece è ricco di fiumi sotteranei, rappresentando una ricca riserva idrica.