studi e ricerche
DISTRETTO TURISTICO ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI
Ciclo di vita delle destinazioni turistiche
Ho già accennato al ciclo di vita delle destinazioni turistiche che si sviluppa in maniera simile a quella di qualsiasi altro prodotto: l’introduzione, lo sviluppo, la crescita, la maturità e il declino. Riprendo, in quanto più confacente, la classificazione che Butler ne fa nel 1980 del ciclo di vita delle destinazioni turistiche. Per R.W.Butler una destinazione può attraversare sei fasi distinte:
Una prima fase di esplorazione durante la quale la località viene scoperta dai primi visitatori, ma non dispone di attrezzature per l’accoglienza e spesso è mal collegata: i primi turisti sono piuttosto viaggiatori, e hanno numerosi contatti con la popolazione locale.
In seguito, la pressione dei primi turisti spinge a investire capitali nelle strutture e nelle infrastrutture: c’è un coinvolgimento della società, dell’economia e delle risorse locali; questa fase viene anche chiamata dell’avviamento.
A questo segue lo sviluppo turistico propriamente detto: la popolazione turistica aumenta fino a superare, nel corso della stagione degli arrivi, quella residente, la località entra in un circuito turistico di dimensioni ben più grandi, spesso arrivano investimenti dall’esterno. Il successo, se non controllato, può determinare un allargamento eccessivo delle infrastrutture, finendo per distruggere le risorse paesaggistiche o altro che avevano inizialmente determinato l’attrattiva turistica, minandone la sostenibilità. E’ indispensabile una lungimirante pianificazione e controllo pubblico.
Quando l’espansione raggiunge questo limite o lo supera, si giunge alla fase di consolidamento, in cui i flussi turistici si stabilizzano e spesso si fidelizzano.
La stagnazione subentra a mano a mano che destinazioni nuove, più alla moda, rubano visitatori alle località divenute ormai tradizionali. Ne può conseguire un graduale declino dell’economia turistica locale, che può riconvertirsi a funzioni diverse, mantenendo talvolta una dimensione locale con un turismo di fine settimana ed escursionismo. Oppure può avvenire un rinnovamento del turismo stesso, grazie alla scoperta o alla creazione di nuovi fattori d’attrazione, in grado di attivare un nuovo ciclo di vita dell’economia turistica.
Le località dell’Altosalento sono situate in fasi diverse: Ostuni è nella fase, come detto, di maturità cioè consolidamento-stagnazione, Carovigno é in forte sviluppo, San Vito e San Michele in una fase di appena esplorazione, Ceglie nelle fasi di esplorazione-coinvolgimento
I comuni di San Vito e San Michele sono inseriti nell’inizio della prima fase del ciclo di vita, questo non deve far pensare alla mancanza di strutture turistiche; sono presenti alcune strutture alberghiere e agrituristiche ma sfogliando le loro pagine internet s’intuisce chiaramente che vogliono essere più strutture di supporto alle località turistiche più rinomate che forza propulsiva di sviluppo del loro territorio. Ecco alcuni esempi estratti dai siti internent di aziende del territorio:
· Nella suggestiva campagna pugliese, si trova l’azienda ... Da visitare Ostuni (14 km), Alberobello (50 km) e Lecce (60 km).
· E’ il posto ideale per avere un punto d’appoggio per visitare Ostuni, la Valle d’Itria, Alberobello, il barocco leccese, e tanta cultura e tradizioni mediterranee.
· Possono essere concordate direttamente con i proprietari visite guidate ed escursioni nei luoghi più suggestivi della zona, tra cui Ostuni, la riserva naturale di Torre Guaceto, la Valle d’Itria, i trulli di Alberobello, Lecce e il Salento.