studi e ricerche
DISTRETTO TURISTICO ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI
Analisi swot
L’analisi swot del territorio dell’Altosalento si basa su quanto emerso dai lavori tenuti nel 2002, presso il Gal Alto Salento. A quel forum, a cui ho partecipato, hanno dato il loro contributo autorità locali, funzionari delle amministrazioni locali, consulenti, comitati civici, operatori del volontariato, associazioni culturali, organizzazioni sindacali, agenzie per la protezione dell’ambiente, centri di ricerca pubblici e privati, operatori del mondo rurale (agricoltori, allevatori e silvicoltori), associazioni ambientaliste, proprietari terrieri, imprenditori locali, associazioni degli imprenditori e associazioni dei commercianti, società che forniscono servizi ambientali, organismi di controllo ambientale (Corpo Forestale dello Stato, Polizia Ambientale della Provincia).
L’analisi swot identifica i punti di forza e di debolezza interni e, le opportunità e le minacce che si presentano nell’ambiente esterno. Sottolineo i punti che ritengo più importanti, adeguandoli allo stato attuale Settembre 2005, ritengo comunque, che sulla strada tracciata siamo già avviati.
Punti di forza del territorio
· Patrimonio storico-architettonico e culturale unico: castelli, centri storici, luoghi di culto, palazzi gentilizi, cripte brasiliane, monumenti megalitici (specchie e dolmen), masserie, trulli, frantoi ipogei, torri di avvistamento sulla costa.
· Elevata valenza paesaggistica del territorio: oltre alla campagna, ci sono boschi nei comuni di Ceglie per 500 ettari e Ostuni per 330 ettari, con querce maestose e, il fragno una particolare quercia che si riscontra in Italia solo nella Murgia Meridionale; nel territorio di Ceglie area attrezzata per pic nic in località bosco Ulmo (378 m.).
· Mare pulito (bandiera blu), la costa è varia con spiagge sabbiose, ampie baie, basse scogliere e calette.
· Forti flussi turistici (quarta destinazione in Puglia)
· Presenza di aree naturalistiche con elevato indice di diversità biologica: due riserve naturali (riserva naturale dello stato di Torre Guaceto e riserva naturale regionale di Torre Canne-Torre San Leonardo), tre siti di interesse comunitario (SIC) e cinque siti di interesse regionale (SIR).
· Offerta turistica diversificata.
· Buon livello della qualità della vita (si vive bene e a lungo, a Dicembre 2004 sono 7 gli ultracentenari e ben 628 gli ultra novantenni)
· Produzioni agricole di valore adatte allo sviluppo di filiera: olio, vino, mandorle, fichi, frutticoltura minore, pomodori e insalate.
· Presenza di strade dell’olio, del vino e di poli di gastronomia tipica.
· Buona manutenzione del territorio attraverso una attività agricola diffusa.
· Viabilità rurale estesa ed efficiente adatta anche a percorsi ciclabili.
· Diffusa presenza di strutture ricettive: sono in crescita le strutture ricettive con architettura tradizionale.
Punti di debolezza del territorio
· Ridotta propensione alla cooperazione tra operatori dello stesso settore e fra operatori di settori diversi (agricoltura, servizi, trasporti, ristorazione, ospitalità);
· Insufficiente cultura legata alla qualità dei servizi e alla adozione di sistemi di gestione ambientale in azienda;
· Scarsa integrazione e polverizzazione dei servizi turistici;
· Il turismo non riesce a svolgere un ruolo trainante per l’eccessiva concentrazione delle presenze in ristretti periodi dell’anno (forte stagionalità);
· Scarso utilizzo del mezzo pubblico ed eccessivo uso del mezzo privato;
· Scarsa valorizzazione e catalogazione del patrimonio ambientale e culturale;
· Scarsa pulizia delle aree naturali e delle aree pic nic.
· Sosta selvaggia di camper in aree costiere prive di servizi.
· Sviluppo di aree residenziali turistiche in aree naturali sensibili.
· Località marine non collegate sul lato mare da strade litoranee: molte vecchie strade litoranee sono bloccate da costruzioni abusive e da sbarre di villaggi e residence turistici, pertanto i collegamenti sono resi possibili solo dalle complanari della superstrada 379 Bari-Brindisi.
· Aziende agricole di piccola dimensione (media 2 ettari,forza lavoro a carattere prevalentemente familiare) con scarsa propensione a nuove strategie produttive e commerciali (dovuto anche allo scarso ricambio generazionale).
· Poca presenza di piccole e medie imprese per la trasformazione dei prodotti agricoli.
· Insufficiente valorizzazione delle produzioni tipiche, che ancora poco si integrano con l’offerta turistica.
· Enorme disponibilità di case sparse non utilizzate appieno con degrado di strutture spesso di pregio storico-architettonico.
Opportunità
· Possibilità di diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica: turismo balneare, rurale, culturale, naturalistico, enogastronomico;
· Evoluzione dei consumi verso una maggiore domanda di prodotti di qualità e tipici con requisiti di sicurezza, di tipicità e di tracciabilità.
· Crescente attenzione alla realizzazione di strategie di sviluppo guidate dal basso e integrate.
· Buoni collegamenti stradali e ferroviari: superstrada Lecce-Brindisi-Bari-Autostrada A14 per Bologna, e superstrada Brindisi-Taranto-Sibari; linea ferroviaria adriatica Lecce-Bari-Rimini; linea ferroviaria minore (ferrovie Sud Est) Bari-Martina-Lecce attraverso le Murge orientali, l’Altosalento interno (Ceglie) e la piana salentina.
· Ottime strutture aeroportuali e portuali l’ aeroporto di Brindisi dista dall’Altosalento da 20 chilometri (San Vito) a 40 chilometri (Ceglie); i voli di linea giornalieri sono per Roma (durata del volo 1 ora e 15 minuti), per Milano (1 ora e 30 minuti) e per Londra (1 ora e 50 minuti). L’aeroporto di Taranto-Grottaglie dista da 20 chilometri (Ceglie) a 35 chilometri (Carovigno), ad oggi sono effettuati solo voli charter, ma sembra non lontano il ritorno ai voli di linea. L’aeroporto di Bari dista intorno ai 100 chilometri. Porto di Brindisi per i collegamenti con la Grecia.
· Opportunità di incremento occupazionali, per il recupero ed adeguamento compatibile del patrimonio edilizio esistente.
· Ottenimento di benefici diffusi a livello turistico, occupazionale e nella distribuzione del reddito.
· Buona immagine sul mercato italiano ed estero.
Minacce
· “Mercato” di beni culturali come ‘chianche’ (larghe lastre di pietra calcarea che pavimentano i trulli o le strade dei centri storici), chiancarelle (lastre di pietra calcarea dei coni dei trulli), pile (mangiatoie in pietra), ulivi secolari e purtroppo anche di reperti archeologici.
· Fragilità e vulnerabilità delle aree di pregio ambientale e naturalistico.
· Riduzione del presidio ambientale dovuto al progressivo abbandono delle campagne da parte dei contadini.
· Concorrenza e globalizzazione del mercato turistico.
· Progressiva colonizzazione del territorio da parte di tour operator e villaggi vacanze con scarse ricadute economiche sul territorio.
· Congestionamento di alcune località turistiche in alcune settimane estive con superamento della capacità di carico ambientale, sociale ed economica.
· Andamento dei mercati con prezzi agricoli tendenti al ribasso e non remunerativi dei fattori della produzione.